Variazioni

Nell’ultimo libro di Antonio Tabucchi Tristano muore una frase dice: “La musica è stata già tutta suonata, a noi non resta che introdurre variazioni”. Da qui il titolo del film. A significare che forse non ci troviamo nel migliore dei mondi possibili, l’attore introduce alcune variazioni, reagisce con la danza, il canto, la poesia alle immagini che parlano di temi caldi come la perdita del lavoro. Le fabbriche dismesse, la crisi industriale, la cassa integrazione, i centri di detenzione per extracomunitari, le giornate del G8 di Genova, alternate con altre immagini tratte dal film di Dreyer e Godard. Un collage di testi di scrittori, poeti e musicisti, di articoli di giornale in un mondo di immagini dove la “musica” è già stata tutta suonata. Resta soltanto la possibilità di introdurre variazioni. Armando Ceste

Insieme agli attori teatrali Marco Alotto e Beppe Rosso, Armando Ceste mette in scena un collage costituito dalla musica dei 99 Posse, da testi di scrittori quali Cesare Pavese (Lavorare stanca) e Alvaro Mutis, e di poeti quali Rilke ed Erri De Luca, da articoli di giornale che parlano della crisi Fiat e di eventi che possiedono un’importanza politica e sindacale. Il film Variazioni è nato inizialmente come performance teatrale che è andata in scena presso il circolo Arci Amantes di Torino nell'aprile del 2004, dove Marco Alotto ha posto se stesso di fronte al proiettore, offrendo il suo corpo come schermo sul quale venivano proiettate immagini in movimento curate da Ceste. Il film è stato proiettato in anteprima in occasione del XXII Torino Film Festival il 14 novembre presso il Cinema Romano come opera fuori concorso nella Sezione Doc 2004.

Questo film apre l'antologia critica che Rosa Di Lella ha curato per la sua tesi di laurea La resistenza del cinema. L'opera di Armando Ceste; è uno dei capitoli decisamente più interessanti anche perché l'incontro tra la studentessa e il regista avviene proprio nel momento che intercorre tra la proiezione del Torino Film Festival e la produzione di Porca Miseria. Un periodo di nuovo ripensamento e di rielaborazione soprattutto dopo il grande lavoro di ricerca compiuto insieme a Marco Revelli e Beppe Rosso in Fiatamlet. Un momento in cui trovare forma e bellezza nel flusso di immagini sempre più invadenti, ma anche tutto il percorso visivo dell'autore. Un momento, a partire dallo spettacolo Variazioni, in cui confrontarsi con nuovi e vecchi linguaggi: la documentazione video del percorso teatrale di Beppe Rosso da Fantasmi d'Acciaio alla Trilogia dell'invisibilità, Seppellitemi in piedi (2002), Anime Schiave (2004) e Senza (2006), il disegno, la pittura e la rielaborazione delle immagini d'archivio attraverso il progetto Terroristen al lavoro grafico con un forte omaggio alle avanguardie storiche sempre per Fantasmi d'acciaio.