Love Difference

A Torino, nella piazza del mercato di Porta Palazzo, l'artista contemporaneo Michelangelo Pistoletto ha posto sulla facciata dell'antica tettoia dell'orologio una serie di scritte colorate al neon che in molte lingue e scritture diverse riproducono uno stesso concetto: love difference/amare le differenze. Partendo proprio da questa visione e dal suo significato, il documentario racconta un insieme di piccole storie di giovani, donne e uomini del quartiere di Porta Palazzo. Percorsi differenti che s'intrecciano, s'incontrano, a volte casualmente nell'arco della giornata, quasi sfiorandosi tra i banchi della grande piazza del mercato. Ma un filo rosso le unisce in una comune passione, il teatro. Infatti, almeno una volta alla settimana, tutti si ritrovano al primo piano di un palazzo settecentesco in Via della Basilica, una stretta strada del quartiere, per fare, per imparare a fare il teatro, per stare insieme. Hanno dovuto superare tutte le difficoltà di comunicazione dovute alle differenze etniche e culturali per creare un gruppo di lavoro insieme ad attori come Marco Alotto e Marco Baliani che non solo insegnano le tecniche e i linguaggi teatrali ma stimolano la loro creatività e li preparano con estenuanti prove per uno spettacolo, ma soprattutto insegnano a questi ragazzi ad amare le differenze.

Porta Palazzo risulta, insieme a San Salvario, il quartiere di Torino con una delle più ampie presenze di migranti. Inoltre, il mercato che vi si svolge quotidianamente è uno dei luoghi in cui le problematiche sociali si mescolano ad una vitalità estrema, difficilmente ritrovabile in altri contesti del nostro paese. La sollecitazione che viene dall'installazione di Pistoletto, che dice "ama le differenze", da cui viene ripreso il titolo del film, è una delle possibili modalità per vivere questo quartiere. Un laboratorio di teatro diviene un luogo in cui italiani e stranieri sperimentano nuove dinamiche sociali. L'esperienza teatrale fa letteralmente entrare i partecipanti in una cornice di realtà diversa da quella quotidiana, nella quale è possibile, attraverso la creazione e l'impersonificazione di nuovi personaggi, riflettere su se stessi e sugli altri. Così, ad alcuni, il teatro permette di rielaborare la propria condizione di stranieri e di riacquistare la fiducia necessaria per affrontare lo sguardo degli altri. Al pubblico seduto nel luogo dove regolarmente si svolge il mercato vengono presentate delle memorie personali che nella normalità non vengono generalmente recepite o ascoltate: per mezzo dell'elaborazione di un linguaggio teatrale esse possono essere invece condivise, diventando parte di un patrimonio culturale comune. Armando Ceste