Corti anni '80

All'inizio degli anni '80 Armando Ceste ricomincia a utilizzare il mezzo audiovisivo, che è cambiato nel linguaggio e nella tecnologia rispetto al periodo del Collettivo Cinema Militante di Torino. Questa esperienza, molto vicina all'estetica dei videoclip di quel periodo, viene condivisa con la sua compagna Petra Probst e il primo cortometraggio è I still have my hands (1983) un video cartoon elettromagnetico con la musica di Meredith Monk. Il film venne proiettato in una personale dedicata all'autore al Movie Club nei primi giorni di marzo del 1984; il comunicato stampa di quell'iniziativa riportava queste parole: In 15 anni (tanti intercorrono tra La lezione e I still have my hands), ovviamente, riferimenti politici e culturali si sono evoluti o modificati, ma una ricerca formale ed un'attenzione per il patrimonio storico dell'immagine in movimento (cinema e video) costituiscono una possibile griglia interpretativa, un minimo comune denominatore. Del resto, il video risulta essere un punto d'approdo obbligato per il suo lavoro: proprio perché il nervoso condensato d'immagini che lo caratterizza da tempo trova la sua giusta collocazione nella “spremuta visiva” dei promovideo.

Il film successivo di questo periodo è The gurling stream sings a bumper harvest song (1984) scritto e diretto da Petra Probst insieme a Ceste. Il film, che conserva brani della New Wave tedesca uniti alla musica popolare cinese, fu presentato in anteprima al secondo Festival Internazionale Cinema Giovani di Torino del 1984 nella sezione Spazio Aperto. Le immagini e i segni che esistono si mescolano e confondono con altri fatti da artisti “spray”. Su questa veloce “spremuta visiva” intervengono altri segni meccanici ed elettronici. Petra Probst

Sempre nel 1984 Ceste firma, con la fotografia di Petra Probst, Three bafut songs ambientato negli stessi spazi del colorificio in rovina rianimato da Mazz Art già protagonista in Bagetto/Mazz-Art. Del 1985 è Il rock mi ha salvato la vita con le musiche di Jerry Lee Lewis e Little Richard. Nel film si alternano sequenze in bianco e nero girate nel 1973 dal Collettivo Cinema Militante davanti ai cancelli della Fiat Mirafiori a sequenze a colori del 1985 che riprendono una ragazza (Petra Probst) in Piazza Vittorio Veneto a Torino invasa dalle giostre nei giorni del carnevale. Al termine di questo girovagare, al fondo della piazza dopo gli ultimi baracconi del luna park, la protagonista incontrerà un suo vecchio amico (Donato D’Ambrosio). In questo lavoro, ispirato a una celebre frase di Wim Wenders, lo sguardo si fa più che mai strabico tra passato e presente. Ritroveremo Donato D'Ambrosio in altri due film di Armando Ceste: Donato (1987) e Morire d'amore (1988).