Collettivo Cinema Militante

Il Collettivo Cinema Militante di Torino (CCM) nasce nel contesto del '68, iniziato in città nel novembre del 1967 con l'occupazione di Palazzo Campana, dall'esperienza della rivista «Ombre Rosse» e dal modello cinematografico Scioperi a Torino di Carla e Paolo Gobetti (1962), primo film a parlare dell'operaio-massa in seguito agli scontri di Piazza Statuto. Nel CCM di Torino hanno lavorato insegnanti, operai, studenti, operatori visivi, interessati a un possibile uso diverso del cinema. Tra le produzioni più importanti: Lotte alla Rhodiatoce (1968/69), La fabbrica aperta (come gli operai cinesi hanno preso il potere) (1970/71) con le riprese di Franco Platania, Mirafiori '73: l'occupazione della Fiat (1973), La Resistenza in Val di Susa - Socialismo e antifascismo / I ribelli (1973), Lotta di popolo in Cile (riprese dello spettacolo di Dario Fo e Franca Rame) (1973) e L'Abicì della guerra (1974). Attualmente la maggior parte dei materiali del CCM di Torino sono conservati presso l'Archivio Armando Ceste che si è costituito nel 2009 dopo la scomparsa dell'autore. Il Collettivo ha visto alternarsi nel corso degli anni della sua attività: Enrico Bosio, Paola Casorati, Armando Ceste, Mauro Chessa, Toni Ferrari, Andrea Fuhrmann, Valerio Grosoli, Paolo Gobetti, Daniele Jalla, Mario Maggiorotti, Franca Manuele, Osvaldo Marini, Angelo Marzi, Ernest Meyer, Paola Olivetti, Franco Platania, Marcella Pepe, Maurizio Prinetti, Manlio Regaldo, Gigi Ricchetto, Renato Solmi, Sergio Toffetti e Gianfranco Torri. Tra gli altri il CCM di Torino ha collaborato, oltre ad una rete di persone che hanno promosso la diffusione dei film, soprattutto nelle scuole, anche con lo storico Marco Revelli, con il regista Antonello Branca e i critici Goffredo Fofi e Gianni Volpi. Per la bibliografia fondamentale il testo Retrospettiva "Spazio Aperto" Collettivo Cinema Militante Torino: 1968 / 1975 - 2° Festival Internazionale Cinema Giovani, a cura di Armando Ceste, Stefano Della Casa, Franca Manuele e Gianfranco Torri, Torino, 1984.

Credo che sia giusto parlare di un cortocircuito combinato dalla passione per il New American Cinema e per l’impegno politico che cresceva con le prime occupazioni, come nel ’67 a Palazzo Campana. I miei primi lavori furono proiettati nel 1968 durante il Festival del Cinema Indipendente Italiano all’Unione Culturale di Torino. Era la prima opportunità di mostrare i lavori su grande schermo. In questa occasione si verificò la prima spaccatura tra il “cinema degli artisti” e il “cinema politico”, guidata da Renato Ferraro, che ci spingeva ad abbandonare la sala per impegnarci in azioni di protesta come già accaduto a Pesaro, Venezia e Cannes. Non dimentichiamo una nostra esperienza breve ma politicamente importante come quella dei Cinegiornali liberi di Zavattini, che in qualche modo allargava questa dicotomia artepolitica. Ricordo le persone che costituivano la redazione torinese: io, Nino Ferrero, Tonino De Bernardi, Renato Dogliani, Paolo Bertetto, Gabriele Oriani, Pia Epremian, Sergio Sarri, Emanuele Contazzo, Mario Ferrero. Girammo alcuni lavori come Scioperi unitari alla Fiat e una mia opera su Porta Palazzo. Questa era una delle prime esperienze militanti, diversa dal tentativo di Renato Ferraro di portare il cinema militante al Centro Sperimentale di Roma. Dopo questa esperienza iniziai a lavorare in una struttura abbastanza informale dove c’erano insegnanti, operai e studenti. I luoghi della lotta politica, la fabbrica, l’università, le case occupate, erano gli scenari, i set ideali e obbligati di quel cinema che si chiamò militante e a Torino nella prima metà degli anni Settanta si organizzò in un collettivo. Il CCM si proponeva il compito di diffondere, producendo e distribuendo (rifiutando ogni utilizzazione commerciale o puramente culturale) a livello di base e in situazioni di lotta, materiale cinematografico sui temi dello scontro di classe in Italia e all’estero. Era in collegamento con altri gruppi di cinema militante come gli États-Généraux du Cinéma in Francia e i Newsreel negli Stati Uniti. Armando Ceste in Torino Città del Cinema, Editrice Il Castoro, Milano 2001.